Le cosiddette ‘memorie recuperate’ su abusi sessuali subiti in un passato molto lontano e portate alla luce tramite psicoterapia sono affidabili in un processo penale? Tanto quanto i ricordi recenti, ha stabilito uno studio pubblicato dalla rivista Psychological Science.
Il triste boom di tragici fatti di cronaca legati ad abusi sessuali su minori ha portato di nuovo alla ribalta un tema molto controverso e dibattuto tra gli psicologi e gli psichiatri: le ‘memorie recuperate’ sono affidabili?
I ricercatori della Maastricht University guidati da Elke Geraerts hanno cercato di chiarire la faccenda analizzando una gran quantità di persone che riferiscono di aver subito abusi sessuali durante l’infanzia, dividendole in gruppi a seconda di come questi ricordi si sono manifestati: tornati a galla spontaneamente, recuperati mediante psicoterapia, mai spariti.
È emerso che le ‘memorie recuperate’ sono affidabili nel 37 per cento dei casi: potrebbe sembrare poco, se non fosse che gli altri ricordi sono affidabili – incredibile a dirsi per un profano – solo nel 45 per cento dei casi, quindi in una percentuale assolutamente paragonabile.
Fonte: Geraerts E, Arnold MM, Merckelbach H et al . Forgetting of Prior Remembering in Persons Reporting Recovered Memories of Childhood Sexual Abuse. Psychological Science 2007; 17(11):1002-1008. doi: 10.1111/j.1467-9280.2006.01819x
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