Quando si è respinti dalla persona che si ama, il cervello sembra incrementare la sua attività nelle aree legate alla motivazione, alla ricompensa e alla dipendenza. Ciò spiegherebbe come mai è così difficile controllare il senso di angoscia dopo una delusione amorosa e arrendersi al destino.
A dimostrarlo è stato uno studio presentato sul Journal of Neurophysiology, che potrebbe fornire nuove spiegazioni anche alla messa in atto dei comportamenti più violenti nel caso di rifiuto in amore come lo stalking, l’omicidio e il suicidio, purtroppo sempre più diffusi nella società moderna.
Nel loro studio, un gruppo di ricercatori statunitensi della Rutgers University nel New Jersey ha utilizzato la risonanza magnetica per analizzare l’attività cerebrale di 15 ragazzi e ragazze della scuola superiore reduci da una delusione amorosa. I giovani erano stati abbandonati da una media di 63 giorni ma dichiaravano di essere ancora profondamente innamorati del (o della) loro ex e di pensare alla loro storia d’amore finita per l’85% della giornata.
Quando ai giovani venivano mostrate le fotografie del (o della) loro ex partner, il loro cervello mostrava un aumento dell’attività a livello dell’area tegmentale ventrale del mesencefalo, che controlla il senso di motivazione e di ricompensa, del nucleo accumbens e della corteccia prefrontale, coinvolti nelle dipendenze, e nella corteccia insulare, un’area coinvolta nel dolore e nel senso di angoscia.
Questi risultati dimostrerebbero che un rifiuto amoroso sembra instaurare una specifica forma di dipendenza, affermano gli autori. Una sorta motivazione all’azione per cercare di riconquistare l’amore perduto e non arrendersi ai fatti, talvolta, in modo del tutto inutile e con strategie violente o intimidatorie.
Fonte: Fisher HE et al. Reward, Addiction, and Emotion Regulation Systems Associated With Rejection in Love. J Neurophysiol 2010; 104:51-60.
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