La docente: "Troppe persone hanno potuto influenzare i bambini"
"Se non emergeranno fatti nuovi le ricostruzioni dell´accusa non potranno reggere in tribunale"
"I protocolli internazionali prevedono che i colloqui con vittime e testimoni siano tutti video-registrati"
«Le perizie sui bambini sono state realizzate in modo improprio. Se non emergeranno fatti nuovi, non credo che potranno reggere in un´aula di tribunale». Irene Petruccelli, 36 anni, dirige il centro di psicologia giuridica di Roma: docente a Tor Vergata, alle spalle svariate perizie di parte e d´ufficio in casi di abusi, a Rignano Flaminio è arrivata un mese fa, chiamata a partecipare a due incontri di orientamento con genitori e docenti della Olga Rovere.
Che clima trovò nelle famiglie?
«Una forte rabbia, per il polverone che si era alzato dal luglio precedente, con un senso di abbandono. Nessuno dice ci dice la verità e le insegnanti sono ancora lì, ripetevano. Forse i servizi sociali sarebbero dovuti intervenire in modo più incisivo. Anche agli inquirenti avrebbe fatto comodo una gestione diversa della rabbia dei genitori che hanno complicato di fatto l´accertamento della verità».
E tra i docenti?
«Solo tre o quattro hanno partecipato ai nostri incontri, cercando, tra rabbia e sfiducia perché tutta la scuola era finita sotto accusa, un modo per chiamarsi fuori. In termini psicologici sono meccanismi di negazione o rimozione».
Secondo lei cosa è successo a Rignano?
«Nei casi come questi andrebbero seguiti dei protocolli riconosciuti a livello internazionale che prevedono la ripresa degli ascolti dei minori, vittime o testimoni di reati, con la video e audio registrazione; la presenza esclusiva dell´esperto e del minore, salvo che non sia il minore stesso a chiedere la presenza del genitore, che comunque non deve intervenire nella seduta. Il bambino va preparato a non essere suggestionato dall´adulto: anche l´esperto può arrivare a influenzare le risposte dei bambini».
Questi protocolli sono stati rispettati?
«A leggere i giornali, mi pare di no: se è vero che gli incontri del perito non sono stati registrati, in tribunale non saranno più di tanto utilizzabili. Bisognerà nominare un nuovo esperto che, oltre alla distanza del tempo dai fatti, dovrà affrontare e rimuovere le varie influenze che si sono create, senza contare il tamtam mediatico e la possibilità ovvia che i bambini parlino tra loro. Sarebbero serviti esperti non solo di psicologia ma anche di psicologia giuridica».
Fonte: http://espresso.repubblica.it