Lo psicologo del lavoro esiste come figura professionale riconosciuta in Italia, dalla fine degli anni ’80, quando è stato istituito il primo indirizzo di laurea in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni.
La psicologia del lavoro si riferisce in generale alle relazioni tra persona, lavoro e contesti organizzativi, con particolare riguardo ai fattori personali, interpersonali, psicosociali e situazionali che intervengono nella costruzione delle condotte individuali e collettive.
Storicamente, la specificità della professione dello psicologo del lavoro inizia proprio nel settore delle Risorse Umane e nei processi di Selezione (Recruiting), per poi svilupparsi anche nella formazione, nell'orientamento, nella valutazione organizzativa e nei processi di consulenza alle organizzazioni e agli individui.
Per quanto riguarda l’ambito specifico delle Risorse umane, lo Psicologo del lavoro si occupa in prevalenza:
- delle scelte lavorative, dell’inserimento delle persone nel lavoro e dell’apprendimento lavorativo e di ruolo, delle loro motivazioni al lavoro, dei processi di socializzazione alla vita professionale;
- della costruzione di percorsi professionali e delle carriere organizzative, degli effetti della mobilità occupazionale anche non volontaria e della disoccupazione, dell’outplacement;
- delle modalità di gestione delle persone: orientamento professionale, reclutamento, selezione, formazione, valutazione, consulenza di carriera.
Sempre più spesso capita che figure professionali diverse dallo psicologo del lavoro vengano impiegate nelle Risorse Umane in virtù del fatto che siano in possesso di un corso di specializzazione o di un master apposito in gestione e valutazione delle Risorse Umane.
Tuttavia è doveroso precisare che alcune attività tecniche utilizzate nell’ambito delle Risorse Umane sono ad esclusivo appannaggio degli psicologi, ad esempio:
- attività diagnostica che ha per oggetto le dimensioni di personalità, le dimensioni cognitive e comportamentali dell’individuo;
- valutazione delle attitudini, delle capacità e del potenziale dell’individuo;
- utilizzo di strumenti conoscitivi, di osservazione, colloquio, prova di gruppo, test o reattivi in genere, finalizzati alle diagnosi sopra descritte, devono essere somministrati, letti e interpretati esclusivamente da uno psicologo iscritto regolarmente all’ordine professionale.
Dunque è chiaro che non ci si può ad esempio improvvisare Recruiter, ma bisogna possedere il giusto percorso formativo, che non sia solo un master, ma sia un percorso formativo pensato e finalizzato a lavorare in quell’ambito particolare, e che consenta l’acquisizione e lo sviluppo di tutta una serie di competenze tecniche specifiche che consentono di svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.
Ma, quale valore aggiunto concreto apporta uno psicologo del lavoro nell’organizzazione in cui opera?
Per natura professionale lo psicologo del lavoro è portatore di una competenza multifunzionale, la “capacità di leggere”, che può di volta in volta adattarsi alle specifiche richieste organizzative: “capacità di leggere” il contesto e le dinamiche che si strutturano al suo interno, “capacità di leggere” le sfumature comportamentali degli individui, “capacità di leggere” le emozioni non completamente espresse, ma agite direttamente, che possono diventare a volte anche ostacoli al normale svolgimento del lavoro nell’organizzazione.
Inoltre, lo psicologo del lavoro è in grado di gestire con più facilità livelli di conoscenza più complessi, necessari ad esempio a fronteggiare lo sviluppo tecnologico e l’ansia che a volte scaturisce dall’eccessiva complessità.
Grazie alla sua specifica formazione è in grado di esercitare anche un’efficace mediazione tra diversi linguaggi, diversi ruoli aziendali e tra l’organizzazione e le persona.
Sfruttando le sue conoscenze sul comportamento umano e i costrutti di personalità esso è in grado di strutturare team di lavoro collaborativi ed efficaci, con il raggiungimento di ottimi livelli di autonomia e di crescita professionale per i membri che ne fanno parte.
Questi sono solo alcuni degli aspetti che rendono lo psicologo del lavoro portatore di una “marcia in più” nell’ambito delle risorse umane, che lo rendono oltretutto una figura strategica per l’organizzazione presso cui opera.
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