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    Sei ipnotizzabile? Lo rivela il tuo colore preferito

    A me gli occhi: è, nell’immaginario popolare, la frase tipica che prelude all'ipnosi. Nella realtà le procedure sono ben diverse. Qualcuno, però, va in trance in un batter d'occhio, ad altri invece occorre più tempo. Per sapere se si fa parte dell'una o dell'altra schiera, e quindi se si potrebbe rispondere più o meno facilmente a una terapia basata sull'ipnosi, pare basti chiedersi quali sono i colori più "in sintonia" col proprio umore.

    Stando a una ricerca pubblicata su BMC Complementary and Alternative Medicine, chi "si sente" azzurro chiaro può essere ipnotizzato facilmente, chi preferisce il grigio andrà in trance con difficoltà. Peter Whorwell, dell'Università di Manchester, si è interessato all'argomento perché dirige un'unità del Dipartimento di Medicina dove utilizza di routine l'ipnosi nella terapia di supporto ai pazienti con colon irritabile. Pare infatti che un'ipnoterapia focalizzata aiuti i pazienti a migliorare l'attività gastrointestinale. «Lo facciamo da vent’anni e due terzi dei pazienti risponde in maniera positiva al trattamento. In alcuni, però, occorre molto tempo prima di vedere risultati» dice Whorwell. Lo studioso ha cercato, allora, di capire se si potessero individuare preventivamente i malati "refrattari" e, al contrario, quelli più "permeabili" al trattamento. Come? Indagando le preferenze in tema di colori. Immagini e colori, infatti, vengono utilizzati durante il processo di ipnosi.

    RUOTA DEI COLORI – Il ricercatore, prima della seduta di ipnosi, ha chiesto a 156 persone affette da sindrome del colon irritabile di indicare su una "ruota dei colori" da lui stesso messa a punto precedentemente (GUARDA), la tinta che più si avvicinava al loro stato d'animo e al loro umore in generale. Ebbene, chi sceglieva colori "positivi" (come giallo, verde intenso, lilla chiaro, verde acqua, azzurro chiaro), ovvero quelli correlati nei precedenti studi a una visione positiva della vita, è risultato poi nove volte più portato a rispondere all'ipnoterapia rispetto a chi si identificava nei colori "negativi" (nero, grigio, viola, blu, marrone), cioè in quelli "corrispondenti" a un atteggiamento meno sereno.

    «Associare il proprio stato d'animo a toni di colore positivi indica un'immaginazione attiva, che è una componente importante nella capacità di essere ipnotizzati e rispondere all'ipnoterapia» spiega Whorwell. «Condivido l'analisi sui colori, ma bisogna sottolineare che tutti siamo ipnotizzabili: andare in trance più o meno velocemente dipende molto dalle capacità del terapista – interviene Silvia Giacosa, presidente dell'Associazione medica italiana di studio dell'ipnosi -. Ciascuno sperimenta la trance ipnotica nel dormiveglia prima del sonno e del risveglio: l'abilità del terapista sta nel portare la persona in quello stato e mantenervela, senza farla dormire. In trance il cervello creativo e quello logico entrano meglio in comunicazione e il paziente può accedere a risorse e ricordi nel "magazzino" dell'inconscio, superando blocchi affettivi. Mentre si è in trance si è, dunque, pienamente attivi a livello mentale, in grado di creare associazioni nuove e terapeutiche per il proprio disagio»

     Fonte: http://www.corriere.it/salute/

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