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    Si tratta davvero di ADHD?

    Attorno all'ADHD, o disturbo da deficit attentivo con iperattività, si è sviluppato un ampio dibattito in Italia, dove sono nate delle campagne contro l'uso dei farmaci autorizzati dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).

    Il dibattito è forte anche negli Stati Uniti dove uno psicologo e un team di economisti sanitari hanno esplorato i tassi elevatissimi di diagnosi di ADHD cercando di individuarne le cause.

    Tra il 2011 e il 2012, un numero altissimo di americani si è recato in farmacia per acquistare, dietro prescrizione medica, il Ritalin e altri farmaci similari, per il trattamento del disturbo di attenzione.

    Nel 2003, il 7,8% di minori tra i 4 e i 17 anni ha ricevuto una diagnosi di ADHD, secondo i dati del National Survey of Children's Health. Nel 2007, il numero è salito al 9,5%. Nel 2011, l'11 per cento dei bambini in età scolare negli Stati Uniti ha avuto una diagnosi di ADHD (Journal of American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, gennaio).

    Oltre i due terzi dei bambini e dei ragazzi a cui è stato diagnosticato l’ADHD assume farmaci per curarlo.

    Come mai il numero di nuove diagnosi di ADHD è aumentato in questo modo? C'è un vero aumento di questo disturbo?

    Nel loro libro “L'esplosione ADHD: miti, farmaci, soldi…" lo psicologo Stephen Hinshaw e l'economista sanitario Richard Scheffler, hanno esplorato come le politiche educative e la crescente spinta sociale verso un alto rendimento scolastico forniscono indicazioni agli psicologi per distinguere l'ADHD da altre condizioni di salute mentale.

    In questa intervista tratta da www.apa.org, Stephen Hinshaw cerca di spiegarne la cause ponendo attenzione alle corrette linee guida da seguire per diagnosticare l'ADHD con cura.

    L’aumento di diagnosi di ADHD è davvero giustificato?

    Hinshaw: “La parte difficile è che l'ADHD è proprio come la depressione,  come l'autismo, come la schizofrenia in quanto si tratta di un disturbo mentale basato sui sintomi. L'ADHD è una condizione reale, ma è sempre un po' arbitraria la soglia al di sopra della quale può essere diagnosticato.

    Analizzando i dati del CDC (Centro di controllo e prevenzione delle malattie), è difficile non notare le differenze allarmanti che ci sono tra stato e stato. Il Sud ha tassi molto più alti di diagnosi di ADHD rispetto ad altre aree.

    Stephen Hinshaw e Richard Scheffler sottolineano che gli psicologi sono fondamentali per aiutare distinguere l’ADHD da altri disturbi”.

    Hinshaw: “Siamo andati ad analizzare diversi fattori, prendendo come stati di riferimento il North Carolina e la California. In primo luogo, abbiamo considerato chi vive in questi stati.
    Abbiamo pensato che forse c'era una prevalenza di un certo gruppo razziale che potrebbe spiegare il fenomeno.

    Ad esempio, ci sono più ispanici in California che in North Carolina e tradizionalmente, gli ispanici hanno avuto i più bassi tassi di diagnosi di ADHD rispetto ad altri. Così abbiamo pareggiato gli stati demograficamente e a seguito di questo si è ridotta anche questa discrepanza tra il North Carolina e California, ma non in modo significativo.

    Allora abbiamo pensato alla presenza di una differente pratica medica. Ad esempio se ci sono più pediatri e neuropsichiatri infantili in una determinata regione, si potrebbero avere più diagnosi del disturbo. Abbiamo anche pensato che i medici più giovani potessero essere più informati circa l’ADHD e quindi avere una maggiore propensione a diagnosticarlo.
    Così, abbiamo esaminato tutte le possibili configurazioni dei medici, ma questo non ha spiegato nessuna delle differenze regionali”.

    “Infine (continua Hinshaw), abbiamo deciso di guardare al di fuori della psicologia e al di fuori del sistema sanitario, perché al suo interno, non abbiamo potuto spiegare le discrepanze. 

    Quello che stiamo supponendo è che la politica ha avuto un'influenza indiretta su queste diagnosi.
    Abbiamo scoperto che durante la fine del 1980 e tutto il 1990, diversi stati approvarono leggi, che hanno cambiato le politiche della scuola: invece di finanziare le scuole in base al numero di studenti, i finanziamenti sono stati dati in base ai punteggi dei test svolti dagli studenti.

    Sono state premiate le scuole che hanno preparato meglio gli studenti (secondo i test). Allo stesso tempo, i punteggi dei test standardizzati nel sud sono i più bassi della nazione e, di conseguenza, questi stati non ha ottenuto più finanziamenti.

    Così abbiamo capito di aver trovato un dato importante, perché per migliorare i punteggi dei test, si può aumentare il numero di bambini con diagnosi di ADHD, in modo da poter ottenere soldi extra dal distretto scolastico, inserirli in classi più piccole e quindi essere meglio seguiti dagli insegnanti. In sostanza  diagnosticare l’ADHD a questi ragazzi aiuta a migliorare le loro prestazioni e quelle della scuola.

    Le politiche scolastiche non sono la causa assoluta del fenomeno descritto ma hanno sicuramente un nesso con il fenomeno”.

    I pericoli dell’aumento di diagnosi di ADHD e dell'uso di farmaci

    Hinshaw: “I farmaci possono effettivamente aumentare i punteggi ai test. Tuttavia, in che modo vengo effettuate le diagnosi? La valutazione media per l'ADHD consiste in una visita di 10 minuti.
    Inoltre, mentre gli stimolanti sono di solito sicuri e hanno effetti collaterali relativamente gestibili se attentamente monitorati da un professionista esperto, possono però sopprimere l'appetito e interferire con il sonno.

    Altri potenziali effetti collaterali sono quelli cardiovascolari, in quanto gli stimolanti hanno la tendenza ad aumentare leggermente la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. C'è anche tutta la questione dell'uso di farmaci per l'ADHD fatto da persone che non ne hanno bisogno.

    Un alto numero di studenti universitari stanno prendendo stimolanti, somministrati per la cura dell’ADHD e il resoconto è che gli stimolanti non sono così benefici per le prestazioni cognitive, come invece si pensa.
    A chi non ha l’ADHD questi farmaci non possono aumentare la memoria o l’apprendimento.

    È importante sottolineare che, se non si ha l’ADHD e si stanno prendendo questi farmaci come stimolatori, che c'è anche una possibilità molto più forte di diventare dipendenti al farmaco e ci sono gravi conseguenze in seguito all’abuso di stimolanti.

    Quali dovrebbero essere le linee guida per una corretta valutazione ADHD?

    Hinshaw: “La diagnosi deve avere una durata di diverse ore. Bisogna ottenere osservazioni dalla scuola o almeno le valutazioni dei docenti, informazioni da parte dei genitori e una accurata relazione sulla storia di sviluppo del bambino. Queste sono cose che non si possono fare in una visita veloce di 10 minuti”.

    “Gli psicologi devono essere consapevoli di questa pressione da parte nelle scuole e fare le diagnosi con attenzione. Inoltre per migliorare il trattamento è necessario coinvolgere nelle strategie comportamentali sia gli insegnanti che la famiglia per contribuire a migliorare la messa a fuoco del problema”.

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