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    Sul lavoro vince chi è resiliente

    Se guardiamo ai contesti lavorativi attuali, osserviamo che questi possono essere molto sfidanti e richiedere tanta energia e tanto impegno.

    Si può attraversare una fase di carico di lavoro eccessivo o di difficoltà nel gestire le relazioni con i colleghi, una cattiva gestione del tempo, insicurezza circa il proprio futuro professionale; tutte queste situazioni non sempre appaiono sotto il proprio controllo, di conseguenza ci si può sentire inermi e perdere di efficacia ed energia.

    Coloro che lavorano in proprio ma anche come dipendenti si impegnano per raggiungere e ampliare gli obiettivi, tuttavia i momenti difficili arrivano per tutti e spesso l’unico modo per risolverli è agire sul proprio atteggiamento mentale.

    Come possiamo quindi trasformare un evento critico, un momento di difficoltà e renderlo costruttivo anziché distruttivo?

    La risposta è una sola: Resilienza. La Resilienza sembra essere l’unico modo più efficace per uscire dal “pantano”; essa è la capacità di reagire agli eventi avversi con un approccio positivo, cercando di sciogliere i nodi senza però alienare la propria identità.

    Che sia un diverbio con i colleghi, che sia un’incomprensione importante con il proprio responsabile, che sia una difficoltà nello svolgimento del lavoro in sé, con un atteggiamento resiliente se ne esce sempre a testa alta.

    Come primo passo verso un atteggiamento resiliente, bisogna focalizzare la causa della difficoltà, capire le motivazioni del perché ci si trova in quella determinata situazione.
    Non si va da nessuna parte se non si prende coscienza dei propri errori e assumersi la propria responsabilità: gli eventi non accadono come fulmini a ciel sereno, se una cosa è successa è perché anche noi, in qualche modo, abbiamo fatto in modo che accadesse.

    Quindi è inutile additare il collega o il capo cattivo, perché c’è sempre una corresponsabilità. Preso coscienza di ciò, bisogna riorganizzarsi positivamente di fronte alle difficoltà, dirigendo le proprie  energie verso cambiamenti risolutivi e praticabili.

    Il significato reale di resilienza viene abbinato ad una caratteristica dei metalli, cioè alla loro capacità di subire urti senza rompersi e quindi, per l'uomo, è la capacità di saper affrontare difficoltà e problemi.

    In un buon lavoratore questa è una dote che fa la differenza, proprio in un momento di crisi economica è fondamentale saper ideare, innovare, scoprire alternative senza farsi spaventare o sopraffare dalle difficoltà.

    All’interno di un’azienda le persone che hanno questa caratteristica riescono a far percepire i problemi come fossero un tesoro e non trovano delle semplici soluzioni, ma bensì delle alternative, che fungono da punti di forza e trasformano le difficoltà in sfide.

    Secondo alcune ricerche la resilienza sarebbe una caratteristica tipicamente femminile, ma solo per un fattore di predisposizione, ed è una caratteristica determinante in una carriera di successo.
    In quest’ottica quindi chiunque può “allenarsi” ad essere più resiliente, puntando innanzitutto sull’introspezione, cioè riflettere su ciò che accade e ritornare sulle esperienze, per capire cosa è andato male e cosa invece ha funzionato.

    Altra dote da sviluppare per essere più resilienti è la creatività e la voglia di inventarsi nuove situazioni e mai accontentarsi della prima idea. Bisogna poi sapere accettare le sfide e cercarle, buttarsi con coraggio anche se non si hanno tutte le capacità e inventarsi continuamente.

    Inoltre bisogna coltivare l’empatia la fiducia e la capacità di relazionarsi positivamente agli altri, sorridere, scambiarsi opinioni e rinnovarsi insieme.

    Per imparare ad affrontare le situazioni lavorative con un atteggiamento più resiliente, possiamo gestirle in 6 step: 

    1. Definire la questione in modo preciso, raccontandola, scrivendola. Bisogna prendere consapevolezza del centro del problema e superare lo stress che ci soffoca;
    2. “Sbriciolare” il problema, ossia scomporlo in piccoli sotto-problemi;
    3. Interrogarsi su quali siano le difficoltà oggettive e quelle che invece sono soggettive, cioè che riguardano noi stessi e le nostre personali difficoltà;
    4. Valutare tutte le risorse a disposizione, sia personali che quelle dei nostri collaboratori;
    5. Ripensare ai problemi superati in passato: i ricordi positivi servono ad infonderci coraggio e ci predispongono all’azione;
    6. Trovare più soluzioni senza accontentarsi, perché sicuramente dietro l’angolo ce ne può essere un’altra più valida.
    Imparare ad avere un atteggiamento resiliente significa dunque mantenere la fiducia in sé stessi e nelle proprie possibilità, nutrire l’autostima e rispondere più efficacemente al cambiamento, trasformando le incertezze in opportunità e i rischi in innovazione, solo così si potrà essere realmente vincenti nel proprio contesto lavorativo.
      
     
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