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    Sviluppare un piano d’intervento sui comportamenti aggressivi

    I bambini e i ragazzi aggressivi tendono a pensare e ad agire in modo diverso rispetto ai loro coetanei non aggressivi. Sono spesso convinti che il mondo è un luogo ostile, che gli altri agiscano con astio nei loro confronti e adottano di frequente soluzioni aggressive per risolvere i problemi interpersonali.

    Facciamo un esempio. Marco inciampa cadendo sopra la sedia che Giacomo ha spostato proprio mentre passava Marco. Marco è convinto che Giacomo l’abbia fatto a posta e si vendica dando un calcio a Giacomo.

    Il comportamento “vendicativo” di Marco è dettato sia dall’interpretazione ostile delle intenzioni di Giacomo, sia dalla convinzione che “ripagare con la stessa moneta” sia l’unica soluzione possibile al disagio sperimentato cadendo.
    I comportamenti aggressivi di bambini e ragazzi rappresentano modalità tipiche messe in atto per rispondere al contesto verso cui cercano di esercitare il proprio controllo. Inoltre sono azioni dirette verso uno scopo in relazione all’ambiente circostante. 

    Partendo dal presupposto che i comportamenti si verificano in relazione alle conseguenze che li mantengono e agli eventi o antecedenti ambientali che li precedono, per poter intervenire efficacemente nella gestione di queste condotte è importante esaminarle facendo ricorso a strumenti specifichi che permettono di operarne un’analisi funzionale.
     
    Utilizzare l'analisi funzionale, significa effettuare un’operazione di valutazione indirizzata a comprendere in che cosa consista, come sia nato e come si mantenga un determinato comportamento.
     
    Tale procedura consente di raccogliere dati e informazioni necessarie a costruire una prima ipotesi sulla natura del comportamento presentato, a partire dalla quale strutturare e sviluppare un piano d’intervento

    Molti azioni intraprese nel tentativo di arginare e contenere i comportamenti aggressivi non sortiscono l’effetto desiderato, ossia il comportamento non si placa, ma bensì tende a mantenersi e a volte anche ad aumentare.

    Uno dei motivi dell’insuccesso di questi interventi educativi risiede nel trascurato esame delle finalità insite in un determinato comportamento. Ossia, può accadere che, nonostante la forma che il comportamento assume sia disfunzionale la sua finalità non lo sia.

    Ritorniamo all’esempio di Marco e Giacomo. Il calcio che Marco vuole dare a Giacomo rappresenta una modalità disfunzionale di rispondere all’esigenza che Marco sente di difendersi.


    Un piano di intervento efficace nell’arginare e contenere le condotte aggressive interessa non solo la persona che mette in atto comportamenti aggressivi, ma anche l’ambiente circostante. Attraverso la procedura dell’analisi funzionale è possibile esaminare non solo la forma che assume una condotta, ma anche gli eventi antecedenti che la precedono e quelli conseguenti che potrebbero mantenerla.
     
    La Dott.ssa Adriana Saba, Psicologa-Psicoterapeuta, docente tutor presso il C.R.P (Centro per la Ricerca in Psicoterapia), collabora con Obiettivo Psicologia nel webinar sull'analisi funzionale per la gestione dei comportamenti problema
     

     

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