Facciamo un esempio. Marco inciampa cadendo sopra la sedia che Giacomo ha spostato proprio mentre passava Marco. Marco è convinto che Giacomo l’abbia fatto a posta e si vendica dando un calcio a Giacomo.
Partendo dal presupposto che i comportamenti si verificano in relazione alle conseguenze che li mantengono e agli eventi o antecedenti ambientali che li precedono, per poter intervenire efficacemente nella gestione di queste condotte è importante esaminarle facendo ricorso a strumenti specifichi che permettono di operarne un’analisi funzionale.
Molti azioni intraprese nel tentativo di arginare e contenere i comportamenti aggressivi non sortiscono l’effetto desiderato, ossia il comportamento non si placa, ma bensì tende a mantenersi e a volte anche ad aumentare.
Uno dei motivi dell’insuccesso di questi interventi educativi risiede nel trascurato esame delle finalità insite in un determinato comportamento. Ossia, può accadere che, nonostante la forma che il comportamento assume sia disfunzionale la sua finalità non lo sia.
Ritorniamo all’esempio di Marco e Giacomo. Il calcio che Marco vuole dare a Giacomo rappresenta una modalità disfunzionale di rispondere all’esigenza che Marco sente di difendersi.
Un piano di intervento efficace nell’arginare e contenere le condotte aggressive interessa non solo la persona che mette in atto comportamenti aggressivi, ma anche l’ambiente circostante. Attraverso la procedura dell’analisi funzionale è possibile esaminare non solo la forma che assume una condotta, ma anche gli eventi antecedenti che la precedono e quelli conseguenti che potrebbero mantenerla.