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    Transessualismo: l’eccellenza dell’approccio multidisciplinare

    Il transessualimo, o “disturbo dell’identità di genere”, è una condizione non rarissima: si stima una prevalenza mondiale intorno allo 0,005%; in Italia le persone transessuali sono circa 2.000, con due nuovi casi diagnosticati all’anno ogni milione di abitanti. Il transessualismo andro-ginoide, soggetti fisicamente maschi che si sentono femmine, è circa 10 volte più frequente della situazione opposta.

    “E’ una condizione caratterizzata da una completa dissociazione tra il sesso biologico ed il sesso psicologico – ha spiegato il Prof. Dario Fontana, Centro Interdipartimentale per i Disturbi dell'Identità di Genere presso l'Ospedale Molinette di Torino – Queste persone vivono un sentimento di appartenenza sessuale che non corrisponde al sesso del proprio fisico: sono soggetti convinti di essere nati in un corpo sbagliato, quindi donne “prigioniere” in un corpo da uomo e uomini “prigionieri” in un corpo da donna, e presentano un rapporto altamente conflittuale con i propri genitali.”

    Di tecniche chirurgiche, approccio multidisciplinare ed esperienze maturate nei centri italiani hanno discusso gli andrologi italiani riuniti in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIA – Società Italiana di Andrologia conclusosi ad Ancona il 10 u.s.

    Attualmente è possibile adeguare i caratteri sessuali (cioè tutti quei caratteri che fanno attribuire l’aspetto fisico di una persona all’uno o all’altro sesso, dai genitali esterni ad altre caratteristiche quali lo sviluppo delle mammelle, il tono della voce, la distribuzione dei peli e dell’adipe…) al sesso psicologico della persona ricorrendo a terapie ormonali o mediante interventi chirurgici.

    “Tutti questi trattamenti devono essere eseguiti da specialisti che agiscono in maniera integrata, in un processo di adeguamento che passa attraverso diverse fasi e dura molti mesi, sempre con il supporto e la consulenza di psicologi e psichiatri – ha continuato Fontana – Prima di arrivare all’intervento chirurgico di riconversione dei genitali esterni, è necessaria una accurata valutazione del soggetto rispetto alle caratteristiche specifiche del disturbo, alla sua persistenza nel tempo, alle aspettative della persona, nonché la stesura del profilo di personalità volto ad escludere patologie gravi psichiatriche sottostanti.

    Una volta completata la fase medica del percorso inizia quella che porta all’intervento chirurgico e che coinvolge il chirurgo andrologo in prima persona. Il chirurgo andrologo in questa fase deve essere in grado di pianificare e scegliere correttamente il tipo di intervento non solo considerando gli aspetti clinici ma soprattutto considerando le aspettative del soggetto, sia in termini estetici sia in termini funzionali; dopo l’intervento, l’andrologo sarà anche il punto di riferimento per l’effettuazione di quelle piccole procedure di “ritocco” estetico-funzionale che possono rendersi necessarie trattandosi di una chirurgia ricostruttiva ad alta complessità. In questo tipo di chirurgia vi è una reale sinergia tra chirurgo e persona operata sia nella scelta dell’intervento, sia nella fase di convalescenza e ripresa funzionale.”

    Tutte queste valutazioni sono fondamentali per una corretta individuazione delle persone che possono realmente trarre un beneficio esistenziale dall’intervento. Per potersi sottoporre all’intervento è necessaria, infine, una sentenza del Tribunale che, visto il regolare svolgimento di tutto l’iter di preparazione, autorizza i chirurghi a procedere alla riconversione dei caratteri sessuali.

    In Italia la crescente divulgazione di informazioni su tale argomento, insieme all’emanazione delle legge 164 del 1982 che consente e regola gli interventi per la riattribuzione del sesso, ha dato la possibilità alle persone che richiedono questo intervento di potersi rivolgere direttamente ad un centro specifico senza ricorrere, come in passato, a lunghe ed estenuanti ricerche spesso terminate all’estero.Importante è stata in questo processo la funzione dell’ONIG (Osservatorio Nazionale Disturbi Identità di Genere), che promuove su base nazionale attività di informazione e coordinamento.

    “Negli ultimi anni nel nostro Paese il numero di soggetti sottoposti ad intervento è stato in lenta ma costante crescita – osserva Fontana – Si calcola che, ogni anno, solo in strutture pubbliche, vengano effettuati circa 80 interventi, con una netta prevalenza per l’intervento da uomo a donna, rispetto a donna/uomo.”

    Attualmente sono presenti in Italia 6 centri pubblici O.N.I.G. (l’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere) che si occupano del trattamento del transessualismo; anche se non in tutte le regioni è presente un centro di riferimento, è possibile trovare centri distribuiti sul territorio nazionale da Nord a Sud in modo da facilitare il più possibile l’accesso degli utenti.

    Il modello organizzativo più moderno ed efficace prevede la creazione di un centro interdisciplinare in cui operino, secondo procedure prestabilite e in modo integrato, tutti gli specialisti che possono concorrere al processo di adeguamento dei caratteri sessuali: chirurgo andrologo, endocrinologo, psichiatra, psicologo, chirurgo plastico, otorinolaringoiatra.

    Un esempio di eccellenza in questo senso è rappresentato dal Centro Interdipartimentale per i Disturbi dell'Identità di Genere presso l'Ospedale Molinette di Torino (C.I.D.I.Ge.M.), coordinato dal prof. Dario Fontana. “Da marzo 2005 il centro si occupa della diagnosi di transessualismo nei suoi aspetti psichiatrici, psicologici ed endocrinologici e della cura mediante intervento chirurgico” ha sottolineato il prof. Fontana.

    Dall’inizio dell’attività ad oggi sono stati presi in carico dal centro circa 50 soggetti; di questi, sono già stati sottoposti ad intervento di transessualizzazione in senso M to F 22 pazienti ed un paziente in senso F to M. L’età media è di 32 anni. Tutti i pazienti si sono dichiarati soddisfatti dei risultati ottenuti, sia dal punto di vista funzionale che dal punto di vista estetico. Eventuali complicanze o imperfezioni di modesta entità vengono gestite in regime di day surgery. La maggior parte dei pazienti riferisce un'attività sessuale coitale soddisfacente, con sensazioni orgasmiche.
       
    Fonte: http://www.saluteeuropa.it

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