Un centinaio di anni fa la parola stress non esisteva neanche, oggi si stima che tra giorni di assenza da lavoro, calo di rendimento, spese mediche e palliativi vari vadano perduti all’incirca trecento miliardi l’anno. Esistono rimedi di ogni tipo, da cassette rilassanti a pseudo-medicinali, dalle pallette di gomma ai bagnoschiuma con azione specifica.
E quasi tutti quelli che ne fanno uso sono pronti a giurare sulla loro efficacia, senza pensare, come spiega Paul Rosh dell’American Institute of Stress, che “funzionano grazie ad una specie di effetto placebo. Parte della cura è volersi curare e fare qualcosa in questo senso”. Ma come si è arrivati a tutto questo?
Rosch attribuisce parte di questa vera e propria pandemia alla possibilità di essere rintracciati ovunque, che ha trasformato ogni imprevisto in emergenza. Tutto sarebbe diventato problematico, il lavoro, le relazioni, lo studio, la salute. Secondo Cherie Perez, dell’Anderson Cancer Center di Houston, basterebbe “prendersi del tempo per se stessi”.
Cosa di cui si ha sempre avuto bisogno ma che in tempi recenti è diventato sinonimo di egoismo.
Staccare per una ventina di minuti al giorno, concedendosi un bagno caldo o l’ascolto di un CD rimandato da tempo, è invece una forma di generosità verso se stessi che ha delle ricadute positive sul rapporto con gli altri e sulla disponibilità verso le loro esigenze. Considerando anche che se si è rilassati e carichi tutto riesce meglio e in minor tempo.
Senza spendere miliardi in rimedi da prestigiatore si può dunque cercare di combattere lo stress, reale o immaginario che sia, con un po’ di amore per se stessi, ricordandosi, avverte Rosh, che non è un problema con soluzione immediata ma che richiede costanza e pazienza. Disposizioni d’animo che già da sole sono due ottime soluzioni.
Fonte: American Institute of Stress
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