Introduzione
L’immagine corporea è un concetto multidimensionale che si riferisce alla percezione, ai pensieri e ai sentimenti di una persona riguardo al proprio corpo. Quando si verifica una discrepanza tra l’immagine corporea ideale e la percezione reale, si parla di “insoddisfazione corporea”. Questo fenomeno, diffuso nella società contemporanea, è spesso associato a significativi impatti sulla salute mentale e fisica, rappresentando una sfida rilevante per i professionisti della psicologia.
L’influenza dei social network
Il modello tripartito di influenza individua genitori, pari e mass media come principali fattori che contribuiscono allo sviluppo di problematiche legate all’immagine corporea. Negli ultimi anni, i social network hanno assunto un ruolo predominante, influenzando la percezione del corpo e i comportamenti alimentari.
Piattaforme come Instagram, Facebook e TikTok amplificano l’esposizione a immagini di corpi considerati “ideali”, spesso modificati digitalmente. Questo fenomeno è aggravato dalla promozione di prodotti dimagranti, diete estreme e contenuti non scientifici, come le diete detox. Tali messaggi non solo rafforzano ideali di magrezza irrealistici, ma alimentano dinamiche di confronto sociale, amplificando sentimenti di inadeguatezza. La costante ricerca di approvazione attraverso “mi piace” e commenti è diventata una misura della propria autostima, contribuendo a una spirale di auto-criticismo e insoddisfazione personale.
Implicazioni psicologiche
La magrezza è spesso associata a successo e attrattiva, mentre il sovrappeso è percepito negativamente. Questo stereotipo alimenta il “weight stigma”, una forma di discriminazione contro le persone in sovrappeso, che può manifestarsi in ambito lavorativo, scolastico e sanitario. Tale stigma, quando interiorizzato, è correlato a depressione, ansia e disturbi alimentari, creando un circolo vizioso di isolamento sociale e auto-svalutazione.
Inoltre, la pressione a conformarsi agli standard estetici promossi dai social network può favorire comportamenti alimentari disfunzionali e contribuire all’insorgenza di disturbi alimentari come anoressia, bulimia e binge eating.
Il ruolo dello psicologo
I laureati in psicologia, in particolare coloro che lavorano con giovani adulti, adolescenti e persone vulnerabili agli effetti dei social media, possono svolgere un ruolo cruciale per mitigare questi fenomeni. Ecco alcune linee di intervento:
- Educazione e sensibilizzazione: Promuovere una cultura dell’accettazione corporea e informare il pubblico sugli effetti negativi degli standard irrealistici di bellezza. Questo include l’uso di campagne educative e la collaborazione con scuole e comunità.
- Utilizzo del “People First Language”: Adottare un linguaggio rispettoso che separi la persona dalla condizione, come parlare di “persone con obesità” invece di “persone obese”.
- Interventi sull’immagine corporea: Lavorare sulle componenti cognitive, affettive e comportamentali della percezione corporea per ridurre distorsioni e migliorare l’autostima.
- Esplorazione di emozioni e pensieri: Aiutare le persone a identificare le motivazioni e le emozioni alla base dei comportamenti disfunzionali, sviluppando un rapporto più sano con il cibo e il corpo.
- Promozione della Mindful Eating: Introdurre pratiche che favoriscano una consapevolezza piena durante il momento del pasto, aiutando a distinguere fame fisica ed emotiva.
- Incoraggiamento della Self-Compassion: Insegnare tecniche per coltivare la gentilezza verso sé stessi, riducendo il giudizio interno e migliorando la resilienza.
Conclusione
I social network hanno rivoluzionato il modo in cui percepiamo noi stessi e il nostro corpo, contribuendo alla diffusione di standard estetici irrealistici e, talvolta, dannosi. Per i professionisti della psicologia, è essenziale riconoscere e affrontare queste dinamiche, promuovendo strumenti e interventi per mitigare gli effetti negativi e favorire una visione più sana e inclusiva del corpo. Solo così sarà possibile costruire una società in cui ogni individuo possa sentirsi accettato e valorizzato, indipendentemente dal proprio aspetto fisico.
Articolo scritto dalla dott.ssa Laura Cannisi, tutor nel corso Lavorare come Psicologo del Comportamento Alimentare organizzato da Obiettivo Psicologia.
Bibliografia selezionata
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